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Quale demografia nei programmi elettorali?

Tra poche settimane gli italiani saranno chiamati a scegliere il nuovo Parlamento, da cui nascerà il prossimo Governo. Tra i temi della campagna elettorale quelli legati a famiglie con figli, giovani e immigrati sembrano essere finora rimasti in secondo piano. Può essere allora utile delineare alcune schede sintetiche di quanto proposto dai principali partiti, senza pretesa di essere esaustivi e indicando i link ai vari programmi per chi è interessato a maggiori approfondimenti. Tutti i partiti propongono misure a sostegno dei giovani e per la conciliazione di maternità e lavoro, pur con accenti diversi. Il tema della presenza straniera invece contrappone due visioni contrastanti: una di PDL e Lega Nord, favorevole a norme più rigide sull’immigrazione, e una del PD e SEL, per una integrazione più veloce dei cittadini stranieri.

Popolo della Libertà

Il Popolo della Libertà  dedica il quinto punto del suo programma alla famiglia. Vengono proposte essenzialmente quattro misure di sostegno alle famiglie con figli: l’introduzione del quoziente familiare, la riedizione del bonus bebè, un piano di sviluppo degli asili nido, la totale detraibilità delle spese sostenute per l’istruzione dei figli. Altre misure a favore delle famiglie sono presentate con riferimento al welfare (punto 16). Il programma del PDL fa riferimento alla tradizione sussidiaria italiana e propone l’introduzione di un buono-dote (o credito di imposta) per la libera scelta nei servizi del welfare (previsto anche per scuola e università), oltre a non meglio specificate misure per favorire la conciliazione dei tempi di vita e lavoro delle famiglie. Per quanto riguarda le difficoltà dei giovani nel mercato del lavoro (punto 8 del programma) sono previste azioni per il sostegno dell’imprenditoria (vantaggi fiscali per under 35 per i primi tre anni di attività, attribuzione gratuita di appezzamenti del demanio per creare nuove imprese agricole), e incentivi alle imprese per l’assunzione (detrazione dei contributi per i primi 5 anni nel caso di contratto a tempo indeterminato, detassazione dell’apprendistato fino a 4 anni). Sono inoltre previsti buoni dote da spendere per la formazione e accesso facilitato al credito. Infine il tema degli immigrati è trattato soltanto alla voce Sicurezza (20) con due proposte: accordi bilaterali per il rimpatrio degli immigrati clandestini e per scontare la pena detentiva nei paesi d’origine, e contrasto ai fenomeni della immigrazione clandestina. Nessun cambiamento è invece prospettato riguardo immigrazione e cittadinanza.

Lega Nord

La Lega Nord presenta anch’essa numerose proposte a sostegno delle famiglie con figli e affronta in maniera ben definita il tema dell’immigrazione. Tra le iniziative a sostegno della natalità – la cui crisi è spiegata non tanto da uno scarso amore per i bambini bensì da decenni di politiche poco favorevoli che hanno inciso pesantemente sul livello demografico del paese – alcune coincidono con quelle del PDL (introduzione del quoziente familiare, bonus bebè e aumento delle detrazioni per le spese per i servizi alla prima infanzia), altre sono più specifiche: l’introduzione di agevolazioni per sostenere le famiglie con almeno un figlio a carico (come sconti su spesa alimentare e sanitaria, tariffe ridotte di luce, gas e trasporti) e la creazione di sportelli famiglia con funzioni di consulenza fiscale, legale, previdenziale, sanitaria in supporto al nucleo familiare. Un’attenzione particolare è dedicata alla conciliazione di maternità e lavoro: si propongono contributi ai datori di lavoro che attivano contratti che prevedono flessibilità oraria per i genitori, la reintegrazione per i genitori che sono stati assenti dal posto di lavoro per motivi familiari, agevolazioni fiscali per chi assume personale in sostituzione di lavoratrici in maternità. Nella parte relativa ai giovani, i punti caratterizzanti sono la piena attuazione della legge Biagi e l’introduzione di gabbie salariali “per permettere ai giovani del Nord un ritorno al risparmio”. Non mancano anche qui, seppur in forma più generica, incentivi fiscali per l’imprenditoria giovanile e a misure per favorire l’accesso al credito. Si punta, da un lato, allo sviluppo dell’identità territoriale per la salvaguardia delle tradizioni locali, e, dall’altro, anche ad incentivi alla mobilità e agli scambi internazionali. Da segnalare soprattutto la proposta di istituire un Osservatorio permanente sulla condizione giovanile, che si occupi di “analisi delle problematiche, dei bisogni, delle aspettative e delle tendenze dei giovani”. Per quanto riguarda l’immigrazione, la Lega Nord ritiene la concessione della cittadinanza italiana non uno strumento per agevolare l’integrazione ma, al contrario, il provvedimento finale di un reale processo di inserimento del soggetto nella realtà sociale in cui vive. Pertanto, non solo si oppone alla riduzione del termine di dieci anni di regolare residenza (e alla concessione del voto amministrativo), ma propone ulteriori requisiti per la concessione della cittadinanza, quali il possesso di un idoneo reddito soggetto a tassazione e la rinuncia alla cittadinanza di origine, oltre al superamento di un apposito esame di conoscenza di lingua, storia e istituzioni italiane, procedimento non più gestito dal Ministero dell’Interno bensì in maniera autonoma da ciascun comune.

Scelta civica

La coalizione che sostiene Mario Monti pone – tra tutti i partiti – particolare attenzione al rilancio dell’occupazione femminile, considerata strategica per la crescita economica, da supportare attraverso la detassazione selettiva dei redditi di lavoro femminili e nuove misure di conciliazione famiglia-lavoro, come congedi parentali più articolati ed estesi. Per contrastare il calo demografico, definito un fattore di impoverimento delle società, anche i centristi propongono una capillare diffusione degli asili nido, riforma dell’ISEE e incentivi fiscali e contributivi a sostegno della natalità e per le famiglie numerose, e accesso agevolato alla prima casa. Per quanto riguarda i giovani, Monti propone un piano per l’occupazione giovanile, con sostegno della formazione e dell’inserimento nel mercato del lavoro, detassazione per le assunzioni di lavoratori tra 18 e 30 anni, apertura di professioni e mercati. Sono presenti anche qui gli incentivi per la nascita di nuove imprese, con particolare attenzione alle start up (sulle quali il Governo Monti ha per la prima volta introdotto un regime specifico). Si punta anche a potenziare le borse di studio e ad agevolazioni per la mobilità per studio e lavoro. Infine, come notato da più parti, l’agenda Monti tace su immigrazione e stranieri, sebbene esponenti di primo piano di UDC e FLI – e della stessa lista Monti – abbiano più volte espresso posizioni favorevoli al principio dello ius soli.

Partito democratico

Il Partito Democratico dedica ampio spazio sia al tema della famiglia  sia all’immigrazione presentando le proposte approvate dalle assemblee nazionali di Roma 2011 e Varese 2010. Il PD – come tutti gli altri partiti – propone una serie di misure per la conciliazione di lavoro e famiglia e di sostegno alle famiglie con figli: estensione e potenziamento del congedo parentale, incentivazione e sostegno della flessibilità oraria e del part time (reversibile e volontario), tutela della maternità anche per le lavoratrici autonome, detrazione Irpef aggiuntiva per ogni figlio a favore delle donne che lavorano. Prospetta inoltre lo sviluppo della rete dei servizi alle famiglie, in particolare asili nido, anche attraverso un nuovo sistema di buoni servizio, nell’ambito di una rete organizzata e regolata dai comuni, di valore differenziato in funzione delle condizioni economiche. Il PD si dichiara invece contrario all’introduzione del quoziente familiare, proponendo al suo posto la riunificazione di detrazioni per figli a carico e assegni familiari in un nuovo assegno (dote fiscale per i figli), destinato a tutte le famiglie (comprese quelle di lavoro autonomo), che assicuri un sostegno al reddito proporzionale alla composizione del nucleo familiare. Venendo al tema dei giovani, similmente a quanto previsto dai “montiani”, anche il PD pensa ad un piano straordinario per l’occupazione giovanile, qui però specificamente mirato a chi è da un anno in condizione di inattività, prevedendo una “dote” per l’assunzione agevolata in imprese private o per l’avvio di attività professionale, imprenditoriale o di lavoro autonomo. Viene anche riproposta l’idea lanciata da Massimo Livi Bacci (“Una proposta per lo sviluppo: Il fondo per i neonati e il capitale per i giovani ”, Neodemos, 23/05/2007,  )  di una dote per i nuovi nati alimentata congiuntamente da fondi pubblici e dei familiari, che entra nella disponibilità del giovane alla maggiore età e spendibile ai fini di formazione, di emancipazione e di avvio attività lavorativa. C’è anche una misura mirata a sostegno delle carriere contributive anche nelle fasi di inattività involontaria in modo da garantire una pensione adeguata da anziani. C’è infine un punto sulle politiche per la casa che prevende un rilancio dell’edilizia residenziale pubblica ed un uso più efficiente del patrimonio esistente. Per quanto riguarda i cittadini stranieri il PD presenta numerose proposte: regole di ammissione a punti, cittadinanza per i figli di immigrati nati o cresciuti in Italia, concessione del voto amministrativo. IL criterio di ammissione a punti si ispira anche qui ad una proposta discussa su Neodemos da Massimo Livi Bacci (“Riaprire il dibattito sull’immigrazione ”, Neodemos, 15/09/2010,) e consente di privilegiare le caratteristiche del candidato che meglio si adattano allo sviluppo economico e al processo di integrazione nella società italiana, evitando però elementi discriminatori (come genere, razza, religione, opinioni, provenienza geografica). Questo sistema dovrebbe essere affiancato ad un aumento significativo dei fondi destinati alla cooperazione allo sviluppo e ad accordi bilaterali per il contrasto all’immigrazione clandestina. Inoltre si prevede il riconoscimento della cittadinanza ai figli di genitori stranieri (residenti in Italia almeno da alcuni anni) che nascono o arrivano in tenera età in Italia. Infine per favorire l’integrazione degli stranieri il PD propone una serie di iniziative: percorsi di integrazione con l’apprendimento di lingua, cultura e regole del nostro Paese, incentivi per premiare i successi nel processo di integrazione, il trasferimento ai comuni delle competenze sul rinnovo dei permessi di soggiorno e di verifica del percorso di integrazione, e il diritto al voto amministrativo per gli stranieri residenti.

Sinistra, ecologia e libertà

Anche Sinistra ecologia e libertà propone numerose iniziative per sostenerne l’autonomia dei giovani e il loro inserimento nel mondo del lavoro, a partire da un grande piano nazionale di opere pubbliche ecosostenibili. Si propone poi contro la precarietà un reddito minimo garantito di 600 euro e la riduzione delle tipologie contrattuali attualmente presenti. Infine il programma di SEL prevede, similmente al PDL, una franchigia fiscale totale per i giovani agricoltori che si insediano nelle aree demaniali in stato di abbandono. Nel programma si insiste sull’importanza dell’occupazione femminile. Per favorirla si punta sulla conciliazione: nuovi asili nido pubblici, incentivi alle imprese che aiutano la condivisione delle responsabilità familiari per mezzo della flessibilità degli orari, estensione dell’indennità di maternità obbligatoria e contributi figurativi per la cura dei figli, e infine congedi di paternità obbligatori di due settimane. SEL propone inoltre la creazione di una no tax area che cresca in funzione dei carichi familiari. Infine per quanto riguarda gli immigrati SEL propone il superamento dell’attuale normativa sull’immigrazione a partire dalla legge Bossi-Fini, dai Centri di identificazione ed espulsione e dal reato di clandestinità. Dal punto di vista delle proposte il partito di Vendola chiede che i bambini migranti nati in Italia divengano cittadini italiani e che siano più brevi i tempi per l’ottenimento della cittadinanza, il permesso di soggiorno per cercare lavoro e il diritto di voto per le elezioni amministrative.

Movimento 5 Stelle e Rivoluzione Civile

Concludiamo questa rassegna con il Movimento 5 Stelle e Rivoluzione Civile . Il primo affronta nel suo programma in maniera dettagliata numerosi temi ma non presenta proposte specifiche su famiglia e immigrati, se non:

Investire sui consultori familiari alla voce salute.

Insegnamento gratuito della lingua italiana per gli stranieri (obbligatorio in caso di richiesta di cittadinanza) alla voce istruzione.

Il secondo non ha, ad oggi, un programma specifico, ma solo il manifesto programmatico «Io ci sto» in 10 punti. Tra questi vi è la richiesta di uno Stato laico, che assuma i diritti della persona e la differenza di genere come un’occasione per crescere.