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Clima sociale, soddisfazione di vita e fecondità

L’Europa è caratterizzata da un clima sociale piuttosto negativo. La maggior parte degli europei è pessimista riguardo alla situazione socio-economica attuale e alle prospettive future del proprio paese, mentre una percentuale di individui compresa tra il 60% e l’80% ravvisa un peggioramento nella situazione dell’occupazione, dell’economia, del costo di vita, dell’accesso alla casa e all’energia nell’ultimo quinquennio (2006-2011).
Un’indagine Eurobarometro del 2011
Un’indagine Eurobarometro del 2011 ha sentito il parere di individui di 15 anni e più appartenenti ai 27 paesi dell’Unione Europea. I giudizi sono stati espressi su una scala a quattro livelli, da molto positivo a molto negativo. relativamente a 15 diversi aspetti sociali ed economici del paese di residenza, tra cui: occupazione, economia, pensioni, sanità, sussidi di disoccupazione, convivenza tra persone di diversa matrice religiosa, costo di vita, accessibilità alla prima casa, pubblica amministrazione, povertà e disuguaglianze, accessibilità a fonti di energia. Secondo una classifica dei 27 paesi UE redatta in base ad un indicatore sintetico che incorpora i giudizi relativi a tutti i diversi aspetti socio-economici contemplati, l”Italia si colloca al di sotto della media UE con un giudizio globale sulla situazione socio-economica del paese tra ‘piuttosto positivo’ e ‘piuttosto negativo’ (Figura 1). Un maggior pessimismo emerge quando si guarda al grado di soddisfazione della propria vita: solamente il 10% degli italiani si dichiara molto soddisfatto della propria vita contro un 50% circa di danesi, svedesi e olandesi.

Figli, soddisfazione per la vita, egoismo e altruismo
Come si distinguono gli individui che hanno un diverso numero di figli rispetto alla soddisfazione per la propria vita? In generale, il livello di soddisfazione aumenta con l’aumentare del numero dei figli. Tuttavia coloro che di figli non ne hanno, o non ne hanno ancora, sembrano essere soddisfatti tanto quanto coloro che ne hanno tre o più (Figura 2).
Le ragioni di questa apparente contraddizione sembrano risiedere nella variazione della correlazione positiva tra felicità e fecondità al variare dell’età degli individui, essendo i giovani con figli meno felici o soddisfatti degli anziani con figli (a causa dell’onere di lavoro che la cura dei figli – presumibilmente ancora piccoli – richiede), e dei diversi sistemi di welfare. Secondo quanto suggerisce una recente analisi condotta a livello mondiale (Margolis and Myrskylä 2011) nei paesi in cui vi è un elevato grado di sostegno pubblico alle famiglie con figli la correlazione tra felicità e fecondità è maggiormente positiva per gli individui che sono ancora nelle età riproduttive ed hanno presumibilmente figli piccoli; mentre nei paesi in cui il supporto e la cura degli anziani viene fornito principalmente all’interno della famiglia, la correlazione positiva tra felicità e fecondità è particolarmente forte tra gli individui oltre i 40 anni di età.
Possiamo dunque assumere che gli individui mettano al mondo figli per aumentare il grado di soddisfazione della loro vita ovvero per motivi puramente egoistici? Non esiste una risposta univoca a una tale domanda ma nell’indagine Eurobarometro (2011) gli intervistati con prole si rivelano più sensibili a temi di interesse comune, come l’accesso a fonti di energia e l’ambiente (Testa 2012), a testimonianza del fatto che lungi dall’egoismo la procreazione rende gli individui più attenti ai problemi che hanno ricadute sulle generazioni a venire, quelle dei propri figli.
Per saperne di più
Margolis, R., and M. Myrskylä. 2011. A global perspective on happiness and fertility. Population and Development Review 37(1):29-56. Testa, M.R. 2012. Family sizes in Europe: Evidence from the 2011 Eurobarometer survey. European Demographic Research Paper N. 2. Vienna Institute of Demography, Austrian Academy of Sciences. (http://www.oeaw.ac.at/vid/download/edrp_2_2012.pdf