Spese militari e invecchiamento: esiste una correlazione?
Nell’immaginario collettivo, il ventenne medio è irruento e anche un po’ aggressivo, mentre l’anziano medio è riservato e pacifico; il primo si accoltella con i coetanei per un sorpasso o una ragazza, il secondo osserva con distratto interesse i lavori in corso a margine della strada.
Trasportata su un piano più generale, l’idea che l’anzianità si accompagni a un minor militarismo ha iniziato a diffondersi nel campo delle Relazioni Internazionali.
Invecchiamento e una nuova analisi della sicurezza internazionale.
Le popolazioni delle cosiddette “grandi potenze” stanno rapidamente invecchiando: questo potrebbe portare i Paesi sviluppati a relazioni ancora più pacifiche e collaborative tra loro, dettate in parte dalla maggior condivisione di certi valori, ma in parte anche dalla necessità di dedicare agli anziani una maggior quota della spesa pubblica (assistenza sanitaria e pensioni, soprattutto) sottraendo fondi al settore militare. Questa tendenza potrebbe essere ancora più accentuata nelle democrazie, dove il peso elettorale degli over 65 è destinato a crescere, presumibilmente portando voti ai partiti più moderati e conservatori, nei cui programmi elettorali l’assistenza per gli anziani figuri ai primi punti.
E questo senza contare l’avversione psicologica di una coppia di genitori di mezza età a vedere il proprio (sempre più spesso) unico figlio spedito al fronte. Tra le molte conseguenze dell’invecchiamento, dunque, ve ne saranno anche alcune sulla sicurezza globale nei prossimi decenni[1].
Più anziani uguale meno armi?
Consideriamo, dati alla mano, il legame tra la spesa militare degli Stati e il loro grado di invecchiamento. Si può calcolare, ad esempio, la correlazione tra l’Indice di dipendenza degli anziani – espresso come rapporto tra gli anziani (over 65) e la popolazione adulta (tra 15 e 64 anni) – e la percentuale della spesa militare rispetto al PIL per un numero selezionato di Stati. Per semplificare l’analisi sono stati scelti i primi 25 paesi al mondo per spese militari come indicati dal SIPRI[2]. Questi 25 Stati totalizzano insieme circa il 90% delle spese militari dell’intero globo: tra loro sono presenti i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza ONU, tutti i membri del G8, le maggiori economie emergenti e sono localizzati prevalentemente in Europa, Asia dell’Est e Medio Oriente. Come si può osservare dalla tabella 1 e dal grafico 1, la correlazione tra l’Indice di invecchiamento qui selezionato e le spese militari è in effetti negativa, e pari a -0,53: all’invecchiare delle popolazioni le spese militari diminuiscono rispetto al PIL.
In parte, come accennato, ciò si deve anche a vincoli di bilancio, perché, con l’invecchiamento, aumentano le spese legate all’età anziana. Nello stesso gruppo di 25 paesi, ad esempio, la correlazione tra l’indice di invecchiamento e la spesa sanitaria rispetto al PIL – di cui gli over 65 sono i principali fruitori – è forte e positiva, pari a +0,80. Cioè, in parole semplici, all’aumentare del peso relativo degli anziani aumentano le spese necessarie alla loro assistenza, e di conseguenza si riducono le risorse cui attingere per foraggiare il sistema militare nazionale.
Tab. 1 – I primi 25 paesi al mondo per spesa militare nel 2008. Invecchiamento, e, in rapporto al PIL, spese militari e spese sanitarie
Note: Invecchiamento = P65+/P15-64.
Fonte: per l’Indice di invecchiamento: The World Bank 2008.
Per le Spese Militari / PIL: SIPRI 2008.
Per il dato di Taiwan relativo all’Indice di dipendenza: CIA World Factbook 2010.
Per le Spese sanitarie / PIL: The World Bank 2007-2008
Verso una nuova sicurezza senile? La risposta è contraddittoria
Ma allora ci avviamo verso una fase di Pace demografica tra paesi anziani, impossibilitati a permettersi corse agli armamenti l’uno contro l’altro? Una Terra-ospizio sarà quindi più pacifica e sicura? La risposta è ambigua, per almeno tre ragioni: il rischioso contrasto nei prossimi decenni tra paesi giovani in impetuosa crescita e le vecchie – storicamente e demograficamente – potenze; il basso costo, ma il grande impatto, anche psicologico, del terrorismo, e il fatto che la crescita del PIL, per ora, bilancia in parte l’invecchiamento: in Italia, ad esempio, dal 1988 al 2008, l’indice di dipendenza degli anziani è aumentato del 43%, le spese militari su PIL sono un po’ diminuite in termini relativi (0,6% in meno), ma sono aumentate, del 2%, in termini assoluti (v. anche Giorgio Tassinari, “La mano destra e la mano sinistra dello Stato (ovvero: spese militari e spese per l’istruzione)“).