Secondo l’ultimo rapporto Eurostat, nel 2008 la popolazione italiana residente nel resto dell’Unione europea ammonta a 1,3 milioni, seconda in valore assoluto solo a quella rumena. Sulla base dei dati AIRE (Anagrafe degli Italiani residenti all’estero) del Ministero dell’Interno, nel 2007 gli Italiani residenti in Europa sono invece poco più di 2 milioni.
Come interpretare questa divergenza? Quale delle due stime si approssima maggiormente alla realtà?
Proviamo a rispondere a questi interrogativi prendendo in considerazione il paese europeo dove la comunità italiana risulta essere la più numerosa tra le popolazioni straniere residenti: il Belgio.
1. Il caso degli Italiani residenti in Belgio
Le stime ottenute utilizzando la fonte belga, il Registro nazionale belga (RNB), e la fonte italiana, l’Anagrafe degli Italiani residenti all’estero (AIRE), evidenziando uno scostamento che oscilla dal 36% nel 2001 al 39% nel 2008. Per la fonte belga nel 2001 gli Italiani residenti in Belgio erano circa 175 mila, in base all’AIRE, invece, 238 mila (cfr tabella 1).
Italiani residenti in Belgio | ||||||
Confronto: Registro nazionale belga – Anagrafe degli Italiani residenti all’estero | ||||||
Anno | Fonte belga | Fonte italiana | Differenza | |||
RNB | AIRE | Rnb – Aire | % | |||
2008 | 169.000 | 234.884 | * | -65.884 | -39% | |
2007 | 170.000 | * | 235.673 | -65.673 | -39% | |
2006 | 170.807 | 234.095 | -63.288 | -37% | ||
2001 | 175.498 | 238.106 | -62.608 | -36% |
* dato stimato
Ciò dipende essenzialmente dal fatto che numerosi immigrati e le loro discendenze hanno ormai una doppia cittadinanza, mentre i sistemi statistici dei singoli Paesi adottano il criterio che più gli “conviene”, assegnando priorità alla cittadinanza nazionale, come se fosse esclusiva.
In Belgio, ad esempio, dagli anni ’80 in poi, si sono succedute diverse trasformazioni normative che hanno portato a una progressiva apertura e a un’attenuazione del principio dello ius sanguinis per la trasmissione della cittadinanza belga, permettendo prima il riconoscimento del diritto di trasmissione della cittadinanza, fino ad allora prerogativa paterna, anche alle madri (Legge Gol del 1984); estendendo poi la cittadinanza per attribuzione ai discendenti di terza generazione e introducendo infine la possibilità di acquisire la cittadinanza per qualunque maggiorenne che abbia risieduto stabilmente in Belgio per una durata non inferiore a tre anni.
Gli effetti prodotti da queste trasformazioni legislative sulla dinamica demografica della popolazione italiana residente in Belgio si leggono chiaramente nella tabella 2. Le prime colonne indicano gli effettivi della popolazione di cittadinanza italiana residente in Belgio desunti dal RNB, distinti secondo il paese di nascita; le colonne centrali illustrano il saldo naturale e migratorio, mentre le ultime colonne di destra si riferiscono alle trasformazioni di status giuridico dei cittadini italiani secondo le due modalità di conseguimento della cittadinanza belga (per nascita e naturalizzazione).
Nel decennio 1981-1991 gli immigrati italiani residenti in Belgio decrescono del 14%; nel solo quinquennio 1996-2001, la diminuzione è del 17%. Data la relativa incidenza dei saldi naturale e migratorio, questa decrescita è evidentemente da imputarsi principalmente al processo di naturalizzazione.
2. Generazioni di stranieri e generazioni di cittadini
L’analisi per generazioni di immigrati permette di scomporre la divergenza riscontrata tra le diverse fonti (cfr. tabella 3).
Tab.3. Italiani residenti in Belgio. Confronto per generazioni: Registro nazionale belga – Anagrafe degli Italiani residenti all’estero
Immigrati italiani residenti | Anno | Fonte belga RNB |
Fonte italiana AIRE |
Differenza | ||
Rnb-Aire | % | |||||
2001 | 175.498 | 238.106 | -62.608 | -35,7% | ||
Ripartizione per generazioni di immigrati | ||||||
1a generazione | ||||||
Paese di nascita | Cittadinanza | 96.343 | 95.108 | 1.235 | 1,3% | |
Italia | italiana | |||||
2a generazione | ||||||
Paese di nascita | Cittadinanza | 79.155 | ||||
Belgio | italiana | |||||
belga | 1985-1990 | 22.791 | ||||
belga | 1991-1995 | 22.876 | ||||
belga | 1996-2000 | 1.801 | ||||
italo-belga | 126.623 | 125.962 | 661 | 0,5% | ||
3a generazione | ||||||
Paese di nascita | Cittadinanza | 16.604 | 17.036 | -432 | -2,6% | |
Belgio | italo-belga | |||||
Totale generazioni | 239.570 | 238.106 | 1.464 | 0,6% |
La prima generazione comprende le coorti di immigrati nati in Italia e di cittadinanza italiana, residenti in Belgio nel 2001. Utilizzando tre criteri di selezione (luogo di nascita, luogo di residenza e cittadinanza) la prima generazione di immigrati italiani residenti in Belgio nel 2001 desunta dalla fonte belga diverge del 1,3% rispetto alla stima effettuata a partire dalla fonte italiana. Lo sfasamento temporale tra la durata della permanenza in Belgio dalla quale discende l’obbligo di registrazione del RNB (3 mesi) e quella da cui deriva l’obbligo di iscrizione in AIRE (12 mesi), è una delle ragioni che può giustificare tale divergenza.
La seconda generazione di immigrati di origine italiana è nata in Belgio da almeno un genitore di cittadinanza italiana. La fonte belga include in tale categoria i discendenti aventi esclusivamente la cittadinanza italiana (79.155), escludendo i minori naturalizzati divenuti cittadini belgi.
Al contrario, l’elaborazione di AIRE, utilizzando le variabili luogo di nascita, luogo di residenza e relazione di parentela figlio, comporta l’inclusione degli immigrati di cittadinanza italiana di seconda generazione, ovvero anche coloro che pur avendo acquisito la cittadinanza belga, hanno mantenuto la cittadinanza italiana.
Se alla discendenza di cittadinanza italiana desunta dalla fonte belga si prova ad aggiungere il numero dei minori di origine italiana nati in Belgio divenuti cittadini belgi e residenti in Belgio nel 2001 (47.468), la differenza tra la fonte italiana e belga per la seconda generazione di immigrati si riduce approssimativamente allo 0,5%. E’ pertanto la categoria degli immigrati aventi doppia cittadinanza (italiana e belga) a determinare l’incongruenza tra le due fonti.
Tale considerazione trova conferma per la terza generazione di immigrati italiani, nati in Belgio da almeno un genitore di origine italiana anch’egli nato in Belgio. La differenza che si riscontra tra le cifre dell’AIRE e quelle del RNB è di 432 individui. La fonte belga deduce l’ammontare della terza generazione dal totale delle attribuzioni per nascita che riguarda 16.604 individui. La cifra fornita dall’AIRE (17.036 individui) è calcolata selezionando le variabili luogo di nascita, luogo di residenza e relazione di parentela nipote.
In sintesi, la scomposizione per generazioni permette di comprendere meglio le ragioni della divergenza tra la stima ottenuta a partire dalla fonte RNB e la stima ottenuta utilizzando la fonte AIRE ad una percentuale inferiore al 1%;
Conclusioni
L’analisi dimostra che la sola esistenza di una direttiva comunitaria (R. CE. N. 862/2007) non assicura l’armonizzazione delle procedure statistiche adottate da ogni Stato membro e quindi la comparabilità immediata delle rilevazioni statistiche.
Partendo dalle specificità dei contesti storico-giuridici nazionali, è comunque necessario ricostruire le categorie statistiche oggetto di rilevazione secondo la disciplina europea per arrivare ad un raffronto efficace tra i dati raccolti e diffusi dai diversi Paesi.
In questo contesto chi vince e chi perde ? Perde la paura del confronto e della quantificazione delle distorsioni dovute all’applicazione della sola prospettiva nazionale. Vince: a. la compensazione dei deficit informativi attraverso l’integrazione delle fonti; b. il consolidamento dei metadati (descrizione dei dati e delle procedure relative alla loro produzione indispensabili per una corretta interpretazione dei fenomeni); c. la ricerca di un’informazione statistica affidabile attraverso la corrispondenza empirica fonte di origine-fonte di destinazione.
Ma soprattutto, l’augurio è che vinca la creazione di un sistema statistico europeo compreso e condiviso e non applicato per ottemperare alla direttiva europea e/o eludere la sanzione comunitaria.
Riferimenti bibliografici
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Le opinioni espresse in questo articolo sono quelle dell’Autrice e non (necessariamente) quelle dell’istituzione di appartenenza.