Le rimesse degli emigrati hanno sempre avuto una notevole importanza economica. Per l’Italia, tale flusso ha cambiato di segno nel corso della storia: dai molti trasferimenti in entrata siamo ormai passati ai molti trasferimenti in uscita (v. anche Chiuri, Coniglio e Ferri, Immigrazione, rimesse e sviluppo).
Emblematico, a questo proposito, è il caso degli immigrati albanesi in Italia, che sono molti (quelli regolarmente residenti superavano i 400 mila al 31.12.2007 – cfr. http://demo.istat.it/), e che, anche per la vicinanza geografica con la madrepatria e il tempo relativamente breve passato dalla loro partenza, spediscono molti soldi in patria.
Contesto demografico ed economico dell’Albania.
L’economia albanese sta migliorando rispetto al cosiddetto gruppo di paesi con reddito medio-basso: la crescita del PIL è stata del 6% nel 2007 ed è stimata su livelli simili anche nel 2008 (Report No. 08/267, agosto 2008)[1], mentre il PIL europeo per l’anno 2007 è salito “solo” del 2,9%, per il 2008 non dovrebbe arrivare all’1% (Eurostat[2]). Nonostante il tasso di crescita elevato, l’Albania continua ad avere il reddito pro-capite più basso d’Europa, con 2.800 euro per il 2008[3], cioè circa un quarto di quello medio dell’Unione europea. Alla luce di tali dati, è comprensibile il grado di dipendenza economica dall’assistenza esterna per l’economia albanese (Eurostat, 2008[4]).
L’emigrazione di massa ha prodotto sostanziali cambiamenti demografici nella popolazione albanese negli ultimi vent’anni. Iniziato dal crollo del comunismo (1990), tale emigrazione ha fatto sì che oggi quasi un milione di albanesi viva all’estero, oltre un quarto del totale (contando anche gli albanesi non in patria).
Visto che a emigrare sono soprattutto i giovani, si tratta dunque di una fortissima perdita demografica e di manodopera, compensata però da un formidabile flusso di rimesse. Ed è proprio questo elemento che ha contribuito a migliorare significativamente il deficit commerciale nazionale, coprendone una larga fetta, pari al 41%.[5]
Money makes the world go round …
L’Italia è il paese più importante da cui hanno origine le rimesse dirette verso l’Albania: su circa 3,5 miliardi di euro ufficialmente uscenti dall’Italia per rimesse, nel 2005, 250 milioni erano diretti in Albania[6]. Con ciò l’Italia è fra i 10 principali fornitori di rimesse nel mondo, e la sesta più grande fornitrice di rimesse in Europa. E, nel 2007, l’Albania è stata tra i maggiori destinatari di rimesse nell’area Est europea / Asia centrale[7]. Durante il 2007 gli emigranti albanesi hanno inviato a casa loro più di 950 milioni di euro, (stime ufficiali, Tab. 1)[8]. La somma ufficiale, che già è considerevole, lo diventa ancor di più se si considera anche il flusso informale. Infatti, secondo la Banca d’Albania, il flusso formale di rimesse del 2007 ha costituito il 13% del PIL nazionale albanese, dopo essere arrivato anche a punte del 27%[9]. Benché questi valori siano in parte frutto di stime, si tratta comunque di cifre molto considerevoli, che, secondo la stessa Banca Mondiale, hanno agito da propulsori all’economia albanese di questi anni, grazie al sostegno offerto, in particolare, al consumo domestico e alle attività di costruzione.
Tab. 1. Flusso delle rimesse verso l’Albania dal resto del mondo (milioni di Euro)
Anni | 1997 | 1998 | 1999 | 2000 | 2001 | 2002 | 2003 | 2004 | 2005 | 2006 | 2007 |
Flusso in mln Euro | 250 | 410 | 350 | 570 | 620 | 690 | 710 | 780 | 800 | 940 | 951,7 |
Fonte: Bank of Albania
Nota: Valori ufficiali. I principali paesi di origine sono Italia, Grecia e Gran Bretagna.
Tuttavia, le inchieste pubblicate sul giornale albanese “Koha Jonë”[10] nel 2007 suggeriscono che l’accesso alla migrazione è visto dalla maggior parte come l’unica strada percorribile per scappare dalla povertà e migliorare il reddito delle famiglia. Pertanto, le somme ricevute dai parenti emigrati all’estero servono principalmente per aumentare il tenore di vita e solo in piccola parte vengono dirette a investimenti produttivi. Insomma: non sembra essersi ancora innescato un meccanismo auto-sostenibile di crescita, tale da rendere la popolazione albanese meno dipendente dall’emigrazione.
La strada delle rimesse
Molto spesso gli immigrati preferiscono inviare personalmente il proprio denaro, attraverso vie informali, durante i periodi di vacanza, oppure affidarlo ad altri connazionali, piuttosto che scegliere le vie formali, ossia i sistema bancari e altri servizi finanziari, talvolta aggirando la normativa italiana antiriciclaggio, che vieta di trasferire in contanti all’estero somme superiori a 12.500 euro. La scelta di far arrivare il denaro in patria illegalmente, che è rischiosa, dipende anche dalla debolezza del sistema finanziario, dall’assenza di una politica di credito per il settore privato e dal disinteresse verso politiche di incentivo al deposito (Banca Mondiale, 2006), e dalla scarsa presenza di “Money Transfer Operators” (MTOs), tra cui domina la Western Union con l’80% di tutte le transazioni. Gli istituti bancari italiani, invece, sono praticamente assenti da questo ramo di attività, anche a causa di difficoltà quali la frammentarietà della comunità albanese e l’eccezionale diffusione del canale informale.
I fattori che spingono i lavoratori immigrati a preferire il trasporto di contanti per vie informali sono, fondamentalmente, la mancanza di fiducia nel sistema bancario albanese, la scarsità dell’offerta, i costi elevati (fino all’8% dell’importo – tab. 2), i regolamenti che limitano la possibilità di bonifici transfrontalieri e l’esistenza di un mercato nero di scambio della valuta estera in Albania.
Il progetto Interreg IIIA, Italia-Albania “Handle with care”, dell’associazione Microfinanza, presentato a Bari, nell’aprile 2008, sulle comunità albanesi nella regione Puglia e sul loro comportamento per l’invio di rimesse in Albania su basi di interviste, rivela che il 40% degli intervistati invia rimesse periodicamente, e che oltre il 90% degli immigrati porta le rimesse personalmente o le affida a parenti e amici; il 47% spiega questa scelta dicendo che è più facile spedire denaro in questo modo, il 25% afferma che è più economico ed il 22% che è più sicuro rispetto alle banche.[11]
Tab. 2 – Costo per l’invio di 300 euro dall’Italia all’Albania.
Operatore | Prodotto | Tasse in euro | Percentuali |
Western Union | Trasferimento soldi | 23,50 | 8,0% |
MoneyGram | Trasferimento soldi | 13,50 | 4,5% |
Banca Sella | Trasferimento SWIFT* | 14,00 | 4,6% |
Banca Popolare di Puglia e Basilicata | Trasferimento SWIFT | 6,00 | 2,0% |
Banca Popolare Emilia Romana | Trasferimento SWIFT | 7,00 | 2,3% |
Banca San Paolo IMI | Trasferimento SWIFT | 15,00 | 5,0% |
Uffici Postali Italiani | Postepay (carte di credito prepagate) | 6,00 | 2,0% |
Fonte: Interviste fatte dalla Banca Mondiale, dicembre 2005 e gennaio 2006.
*Rapido
[1] International Monetary Fund August, 2008 (IMF Country Report No. 08/267), “Albania: 2008 Article IV Consultation, Fifth Review Under the Three-Year Arrangement Under the Poverty Reduction and Growth Facility, Review Under Extended Arrangement, Financing Assurances Review, and Request for Modification of Performance Criteria—Staff Report; Public Information Notice and Press Release on the Executive Board Discussion; and Statement by the Executive Director for Albania”
[2] Eurostat, “Real GDP growth rate – Growth rate of GDP volume – percentage change on previous year” http://epp.eurostat.ec.europa.eu/tgm/table.do?tab=table&init=1&plugin=1&language=en&pcode=tsieb020
[3] Bank of Albania, Director: Ardian Fullani, “Economic Bulletin – Volume 11, no.4”,
http://www.bankofalbania.org/web/Economic_Bulletin_Volume_11_no_4_5331_2.php?kc=0,27,0,0,0
[4] Eurostat, Statistics in Focus, 112/2008, Lars Svennebye, “GDP per capita, consumption per capita and comparative price levels in Europe, Final results for 2005 and preliminary results for 2006 and 2007”
http://epp.eurostat.ec.europa.eu/cache/ITY_OFFPUB/KS-SF-08-112/EN/KS-SF-08-112-EN.PDF
[5] Istituto Nazionale per il Commercio Estero, 1 luglio 2008, “Albania: le rimesse degli immigrati contribuiscono con il 40% alla copertura del deficit commerciale”
http://mefite.ice.it/CENWeb/ICE/News/ICENews.aspx?cod=3038&Paese=70&idPaese=70
[6] Raúl Hernández-Coss, José de Luna Martinez, Andrea Amatuzio, Kamil Borowik, Federico Lagi, 2006, “The Italy – Albania
Remittance Corridor, Shifting from the Physical Transfer of Cash to a Formal Money Transfer System”
http://siteresources.worldbank.org/INTAML/Resources/2006_World_Bank_Italy_Albania_Remittance_Corridor.pdf
p. 3.
[7] G.Urso– Università Luiss Guido Carli di Roma, CNEL, 2008, “Albania e Italia. Immigrazione: conseguenze economiche e sociali, L’Albania tra Rimesse e Ritorno”
http://www.emnitaly.it/down/ev-41-14.pdf. V, anche Word Bank 2006, p. 3
[8]Republic of Albania, Ministry of Economy, Trade and Energy, Bashkim Sykja, march 2009, “ Migration and Economic Development” http://www.osce.org/documents/eea/2009/03/36808_en.pdf
[9]World Bank, Raúl Hernández-Coss, José de Luna Martinez, Andrea Amatuzio, Kamil Borowik, Federico Lagi, 2006, “The Italy – Albania, Remittance Corridor, Shifting from the Physical Transfer of Cash to a Formal Money Transfer System”
http://siteresources.worldbank.org/INTAML/Resources/2006_World_Bank_Italy_Albania_Remittance_Corridor.pdf
[10]Koha Jone, Blerina Hoxha, 2007, “Prurjet e emigranteve, forcohet vlera e lekut”
http://www.kohajone.com/html/artikull_15688.html
[11]Handle with Care, 2008, “Rassegna Stampa, Roadshow”,
http://www.handledwithcare.it/rassegna_stampa/RS%20roadshowBA%201604.pdf