La distanza tra le rive del Mediterraneo
Il sorpasso
Attorno al 1950, nei paesi della riva Nord (Grecia, Italia, Francia, Spagna e Portogallo) vivevano circa 133 milioni di abitanti. Nelle rive Sud e Est (Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Siria e Turchia), invece, abitavano circa 74 milioni di persone.
Ma la situazione sta rapidamente mutando. Le rive Sud e Est, con quasi 267 milioni di persone, hanno già oggi abbondantemente superato la popolazione della riva Nord, che si attesta su poco più di 174 milioni. Fra 30 anni, poi, secondo le recentissime proiezioni delle Nazioni Unite (World Population Prospects. The 2006 Revision – Medium variant: http://esa.un.org/unpp), la popolazione della riva Nord conterà circa la metà degli abitanti delle rive Sud e Est. Il sorpasso sarà, a quel punto, netto.
La convergenza
Eppure, nonostante questi vorticosi ribaltamenti, nel Bacino Mediterraneo è in atto un chiaro processo di convergenza nei comportamenti demografici. Vi è intanto un avvicinamento nei livelli di sopravvivenza – conseguenza positiva della globalizzazione del mondo, con la relativa trasmissione delle conoscenze da Nord a Sud. Dal 1950 al 2005 la durata media della vita è aumentata di più di 30 anni nelle rive Sud ed Est, ed è oggi compresa tra i 70 ed i 73 anni (figura 1). La mortalità infantile, cioè la quota di bambini nati vivi che non sopravvive fino al primo compleanno, è anch’essa in forte calo, assestata ormai sul 20-30 per mille: è ancora ben più elevata di quella dell’Italia o della Francia (5 per mille circa), ma i livelli non sono più quelli drammatici del recente passato, e vi sono inoltre buone prospettiva di ulteriore riduzione.
Ma la modernizzazione nelle sponde Sud e Est, e quindi anche la convergenza dei comportamenti demografici con la riva europea del Mediterraneo, è in corso anche in numerose altre sfere, nonostante l’effetto tuttora frenante di atteggiamenti e modalità di vita legati alla tradizione. Se ne sentono gli effetti nei comportamenti riproduttivi e nuziali, nelle politiche di pianificazione familiare, nelle pratiche contraccettive, e, più in generale, nella posizione e nel ruolo della donna nell’ambito della società e della famiglia. Alcuni indicatori? La fecondità dei paesi delle rive Sud e Est è oggi compresa tra i 2.5 ed i 3.1 figli per donna (sfiorando i 2 figli per donna in Tunisia), cioè circa la metà di quella che gli stessi paesi avevano negli anni Settanta (figura 2). Verso il 1975 le donne si sposavano mediamente a meno di 20 anni, nell’Africa del Nord; oggi queste età medie sono tutte abbondantemente sopra i 25, e la differenza di età tra gli sposi (indice indiretto di supremazia maschile), è calata da circa 5 a circa 3 anni[1].
Nel 1950, la quota di popolazione urbana in Italia e Francia era del 50% circa; oggi è del 70% circa (un po’ di più in Francia), e nel 2030 si prevede che possa essere tra il 74% dell’Italia e l’83% della Francia. Insomma, quasi tutti cittadini. Sull’altra riva del Mediterraneo, nel 1950 solo circa un quarto della popolazione viveva in città, ma tale quota è già oggi più del 60% (in media, e si avvia a livelli analoghi a quelli europei per il 2030).
Reddito e migrazioni
Infine, va detto che durante gli ultimi decenni è cresciuta la distanza tra le rive in termini economici, a scapito delle popolazioni più povere: nel 1950 il pil pro-capite delle rive Sud e Est era pari a circa in terzo di quello della rive Nord, mentre oggi è tra un quarto e un quinto. Certo, il pil pro-capite è una misura molto approssimata del vero tenore di vita di una popolazione, pur se, come in questo caso, si cerca di tener conto dell’effettivo potere d’acquisto della valuta locale. Ma differenze così macroscopiche, in termini di livello e anche di tendenza, non possono essere frutto solo di distorsioni nella misura.
E infatti, anche in conseguenza di queste differenze nei livelli e nei ritmi di sviluppo, è molto aumentato il numero delle persone che, per scelta o per costrizione, migrano dalle rive Sud e Est, verso la riva Nord. E’ verosimile che il crescente numero di migranti che collegano e collegheranno le popolazioni del Mediterraneo contribuirà a accelerare ulteriormente la convergenza demografica in corso. Quanto alla convergenza economica, beh, forse per quella si dovrà ancora attendere un po’.