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Un futuro senza figli?

Negli ultimi anni in Italia molte coppie hanno rinunciato ad avere un bambino a causa della crisi economica. Alcuni dati appena pubblicati dall’Istat sono inequivocabili (figura 1). Nel 2007 il tasso di disoccupazione raggiunse il livello minimo del nuovo secolo (6%), e l’anno dopo le nascite raggiunsero il livello massimo (580 mila). Nel 2012, dopo cinque anni di aumento, la disoccupazione è schizzata all’11%. Si può stimare che nel 2013 le nascite saranno appena 505 mila – il livello più basso della storia dell’Italia moderna – accentuando un calo iniziato nel 2009, un anno dopo l’inizio della crisi. Quest’anno in Italia le nascite saranno 100 mila in meno rispetto ai decessi, mentre nel 2008 nascite e morti erano in numero simile.

La denatalità ha interessato sia gli italiani che gli stranieri. Le coppie italiane hanno avuto 50 mila nascite in meno dal 2008 rispetto al 2012, anche se le donne italiane in età fertile non sono variate di molto. Gli stranieri, invece, hanno messo al mondo un numero di bambini pressoché identico nel 2008 e nel 2012, ma nello stesso periodo le donne straniere in età fertile sono aumentate del 25%.

I meccanismi con cui la crisi si ripercuote sulle scelte delle coppie non sono ancora chiari. Chi ha rinunciato ad avere un figlio? I ricchi o i poveri? Le coppie senza figli o chi di figli ne ha già? I lavoratori o i disoccupati? Le coppie più giovani o quelle più attempate? I demografi approfondiranno la questione. Ma già oggi si può senz’altro dire che la crisi per molte coppie ha voluto dire rimandare, forse per sempre, i progetti di fecondità. Anche perché le famiglie con figli sono state colpite dalla crisi economica con violenza particolare. Un solo dato, sempre dell’Istat. Tra il 2011 e il 2012 è aumentato in Italia (dal 5% al 7%) il numero dei poveri “assoluti”, ossia di quanti non sono in grado di far fronte alle necessità quotidiane di base; ma tra le famiglie composte da coppie con tre o più figli, quelle in povertà assoluta in un solo anno sono passate dal 10% al 16%. Quindi, la povertà è aumentata in generale, ma è aumentata molto di più per le famiglie con più figli.

Finora il Governo ha fatto ben poco per i bambini poveri, sia sul versante fiscale sia su quello dei servizi. Se non si vuole che i bambini impoveriscano ulteriormente, e che migliaia di altre coppie rinuncino alla gioia di diventare genitori, le famiglie con figli vanno messe al centro di una politica economica più equa e lungimirante. Perché un paese che rinuncia ai bambini perde anche la speranza.

 

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