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C’è un equivoco sul reddito di cittadinanza

Che lo si voglia o no, il reddito di cittadinanza dovrà estendersi anche agli stranieri con permessi di soggiorno di durata illimitata, come spiega Gianpiero Dalla Zuanna, in un articolo pubblicato sul “Mattino di Padova” il 25 settembre scorso, e che qui riproduciamo. Fare diversamente, come è stato più volte annunciato, non solo non è giuridicamente possibile, ma genererebbe ulteriore discriminazione ed esclusione per quegli stranieri che già sono parte integrante della nostra società.

Avvicinandosi le scadenze per la legge di bilancio, le richieste dei partiti al governo sono molte, e le risorse disponibili poche. Di conseguenza, i nostri ministri stanno cercando di limitare le platee cui destinare misure come il reddito di cittadinanza, la flat tax e il  pensionamento anticipato.

Con riferimento al reddito di cittadinanza – qualunque cosa esso sia – la misura più semplice e popolare potrebbe sembrare quella di destinarlo esclusivamente ai cittadini italiani. Al di là dei desideri e delle considerazioni di opportunità, la cosa è praticamente impossibile. Certamente, sarà impossibile escludere i cittadini comunitari residenti in Italia. Oggi sono un milione e mezzo, fra cui un milione e 100 mila
rumeni. Inoltre, numerose sentenze della Corte Europea di Giustizia hanno ribadito che simili prestazioni assistenziali vanno estese anche ai cittadini extracomunitari con permesso di soggiorno a tempo illimitato,
regolarmente in Italia da almeno cinque anni. In Italia sono due milioni e 200 mila, fra cui 300 mila albanesi, 300 mila marocchini, 160 mila cinesi e 160 mila ucraini, solo per citare le quattro comunità più numerose (dati Istat). Insomma, più del 70% degli stranieri oggi regolarmente residenti in Italia entreranno certamente nella platea che potrà accadere al reddito di cittadinanza.

Non tutti questi stranieri “regolari” sono indigenti o disoccupati. Tuttavia, i dati Istat (ma anche la Caritas…) mostrano che fra gli stranieri la povertà è molto più diffusa che fra gli italiani. Nel 2017
le famiglie in povertà assoluta erano il 4% fra quelle composte da soli italiani, il 21% fra quelle composte da soli stranieri. Metà dei minori stranieri con almeno due fratelli è in condizioni di povertà assoluta,
ossia vive in famiglie non in grado di pagare regolarmente l’affitto, le bollette, il riscaldamento, il cibo. Anche la disoccupazione è oggi più elevata fra gli stranieri regolari che fra gli italiani.

Insomma – se lasciamo da parte la propaganda e guardiamo alla realtà – dobbiamo ammettere che buona parte dei redditi di cittadinanza andranno, inevitabilmente, a cittadini stranieri. Questo accadrà anche se verranno
esclusi gli stranieri con permesso di soggiorno temporaneo (un milione e mezzo di persone) e – ovviamente – gli stranieri irregolari (stimati in 500-600 mila). Che piaccia o no, l’Italia è diventata un paese multietnico, e le leggi non possono scardinare questa realtà.

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