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Elezioni politiche 2018. L’immigrazione nei programmi elettorali

In Italia, e in Europa, la questione migratoria è il cavallo di battaglia delle destre in tutte le campagne elettorali, mentre le sinistre mettono la sordina all’argomento che affrontano con la prudenza di chi maneggia una bomba a mano inesplosa. Questa asimmetria si conferma esaminando i programmi elettorali dei partiti, sia per il diverso spazio dato alla questione, sia per la quantità di proposte messe in campo, sia, infine, per il linguaggio e le aggettivazioni utilizzate. Un altro aspetto che colpisce il lettore è la scarsissima attenzione data al tema della migrazione legale, quasi la gestione dei flussi, i modelli di integrazione e i diritti politici e di cittadinanza, fossero irrilevanti (salvo le code polemiche sollevate dalla blanda e abortita legge ius soli e ius culturae). Eppure la demografia italiana, senza l’immigrazione, continuerebbe a sprofondare. Solo +Europa e LeU accennano alla necessità di rivedere le norme sull’immigrazione legale, proponendo di inserire i permessi di soggiorno per ricerca di lavoro e di reintrodurre lo sponsor. Ma desta sorpresa che quasi seminascosta nelle proposte della Lega ci sia quella di “adottare meccanismi di mercato” per quanto riguarda l’immigrazione regolare “subordinando le richieste alla verifica della disponibilità di cittadini italiani”. I leghisti sanno bene quanto vitale sia stata l’immigrazione per sostenere l’economia del Nord, e del Veneto in particolare (col favore delle organizzazioni imprenditoriali), e quale disastro produrrebbe il blocco dell’immigrazione. Per quanto riguarda i profughi, la Lega sembra voler dismettere le Commissioni Territoriali; FdI avanza la proposta di un blocco navale e di missioni internazionali di terra per “prendere il controllo dei porti da cui partono i barconi della morte”. La Lega auspica che la Russia sia invitata a darci una mano per rabbonire il Generale Haftar; si vanta di aver coniato lo slogan “aiutiamoli a casa loro” per quanto attiene i migranti, anche se non si specifica con quali soldi (che in genere si pensa debbano venire “dall’Europa”). FdI, Lega e FI sono unanimi nel pretendere l’immediata espulsione di tutti gli irregolari e l’abolizione di quella che definiscono “l’anomalia italiana della protezione umanitaria”. FI poi, assai generosamente, propone “Un Piano Marshall per l’Africa”, senza chiarire però geografia, tempi, soldi e coperture.

Assai sottotraccia sono invece i programmi dei partiti di centrosinistra e sinistra: il PD si affida all’Europa per la soluzione di alcune questioni; LeU e i Cinque Stelle rilanciano alcune istanze abbastanza generiche, largamente condivise “alla sinistra del centrodestra”. Un poco più articolate e precise sono le proposte di +Europa. Nel complesso, queste formazioni sono concordi nel proporre la riforma del Trattato di Dublino (ma anche il centrodestra lo è), il “superamento” (o l’abolizione) della Bossi-Fini, il rafforzamento del Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR), la riforma della legge sulla cittadinanza.

Fratelli d’Italia

Si considerano qui due documenti “ufficiali”, il primo sul sito di FdI, intitolato “Le sfide per l’Italia” (la “sfida” numero 15 è quella dell’immigrazione), il secondo sul sito ufficiale di Giorgia Meloni, intitolato “Le tesi di Trieste”. Il primo dei due documenti è assai generico, e propone di “rafforzare gli accordi bilaterali con i paesi di provenienza degli stranieri” al fine di “governare i flussi”, nonché la “attuazione delle politiche del rimpatrio”. Propone inoltre un generico “coordinamento della sicurezza” e una ancor più generica “azione diplomatica sullo scacchiere mediorientale”. Propone poi di rafforzare la lotta contro i “nuovi mercanti di esseri umani”, contro il lavoro nero, il caporalato, nonché di incentivare l’apprendimento della lingua e della cultura italiana. Non si indicano specifiche misure, né il loro costo. Rifiuta lo ius soli, ma accetta lo ius culturae: “Per noi può diventare cittadino solo chi ama l’Italia, parla l’italiano, conosce e rispetta le nostre leggi, la nostra cultura, le nostre tradizioni storiche e religiose”.

Nelle “Tesi di Trieste” vi sono invece indicazioni assai specifiche per una politica molto restrittiva. Prioritario è difendere i confini e arrestare il flusso dei “barconi della morte… senza escludere la possibilità di attuare un blocco navale, anche per contrastare l’inaccettabile comportamento delle ONG nel mediterraneo”. Se necessario, può essere promossa “una missione internazionale di terra per prendere il controllo dei porti da cui partono i barconi della morte e istituire direttamente in nord Africa gli hotspot per verificare le richieste di asilo da suddividere tra tutti gli Stati europei”. Inoltre “nessuna tolleranza per i clandestini, detenzione e rimpatrio immediato per chi entra illegalmente sul nostro territorio”; sospensione degli aiuti agli Stati che non cooperano. Si propone una limitazione del diritto di asilo “alle categorie fragili come donne, bambini e nuclei familiari provenienti da conclamate zone di guerra e senza una possibile destinazione alternativa all’Italia”; si propone anche l’abolizione della “anomalia italiana della protezione umanitaria”.

Lega Nord

Il programma si articola in sei sezioni, la prima delle quali Regolamentazione dell’immigrazione e dei rimpatri riguarda i Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE), il loro rafforzamento (almeno uno per ogni regione), estensione a 6 mesi del trattenimento nei CIE e passaggio delle competenze per il “controllo e gestione” di questi alle Regioni, con il coordinamento delle forze dell’ordine. Le Regioni potranno affidarsi nella gestione dei richiedenti asilo solo a “soggetti di esperienza certificata e consolidata” iscritti in apposito albo. Trattenimento degli immigrati senza documenti nei CIE. Per quanto riguarda la Protezione internazionale, numerose e anche dirompenti sono le proposte. In primo luogo l’istituzione di centri di accoglienza “nei paesi sicuri vicini alla Libia sotto l’egida dell’ONU” e con spese a carico della UE; il diniego allo sbarco di migranti raccolti dalle ONG “che si pongono ai margini del mare territoriale libico per procurato allarme per naufragio autoindotto e che prelude allo sfruttamento dell’immigrazione clandestina”. Si prevede inoltre “la cancellazione delle Commissioni territoriali” per la valutazione delle domande di asilo, ma non si specifica come verrebbero sostituite. Ci si propone poi di “indirizzare le nuove domande di asilo ad altri Paesi… stante il rischio concreto di non poter far fronte alla situazione” (non si capisce con quali strumenti). Si richiede poi la “collaborazione della Russia per eventuali accordi con il generale Khalif Haftar” in Libia. Si pongono quindi limiti per la spesa pubblica per rifugiato (non superiore alla pensione di invalidità al 100%), e alla spesa complessiva per l’accoglienza che non deve superare l’ammontare del sostegno “degli italiani in povertà”. Altre misure riguardano i Reati di immigrazione irregolare, quali l’espulsione dei carcerati extracomunitari, nuove fattispecie di reato per lottare contro la tratta. Sul Permesso di soggiorno si propone l’affidamento ai comuni, e non alle Questure, delle competenze per il rilascio. Seminascoste stanno due righe esplosive (il perché lo siano è accennato nella sezione introduttiva a questo articolo) riguardo l’immigrazione “regolare”, che prevedono di “rivedere il sistema delle quote per adottare meccanismi di mercato, subordinando le richieste alla verifica della disponibilità di cittadini italiani…lasciando le quote agli stagionali”. Per la Cittadinanza, oltre al mantenimento del requisito dei 10 anni di residenza, si dovrà superare “un esame di conoscenza della lingua, della cultura e delle tradizioni italiane”; si prevede anche la possibilità di revoca della cittadinanza. Infine, nella sezione sul Rapporto con l’Islam oltre all’ovvio “divieto della poligamia”, stanno l’obbligo di “trasparenza degli investimenti provenienti da alcuni paesi come Qatar, Arabia Saudita, ecc.”, il “divieto dell’istituzione di partiti… rivolti solo a musulmani e a tutelare solo tale categoria di soggetti”, il “divieto di occupare il suolo pubblico per pregare” nonché la “chiusura dei circoli culturali abusivi”, fino alla “bocciatura per gli studenti che si rifiutano di partecipare a determinate materia obbligatorie o che rifiutano il dovuto rispetto per i superiori di sesso femminile”.

Forza Italia

Sul sito ufficiale di FI è inserito un documento in 10 capitoli che si intitola Un programma per l’Italia. Per la crescita, la sicurezza, le famiglie e la piena occupazione. Il programma porta i loghi delle quattro forze politiche coalizzate, ed era denominato in altre presentazioni come “Programma condiviso del centrodestra”.

L’immigrazione è trattata nel capitolo 5 “Sicurezza”, in cinque punti, la cui brevità ci consente di riportarne integralmente il testo, e rivela l’intenzione di FI di non essere coinvolta nella spinosa questione migratoria, delegata ai ben più aggressivi alleati. Si tratta di enunciazioni (tranne l’ultima) e non di proposte concrete, e riguardano La ripresa del controllo dei confini; Il blocco degli sbarchi con respingimenti assistiti e stipula di trattati e accordi con i Paesi di origine dei migranti economici; Un Piano Marshall per l’Africa; Il rimpatrio di tutti i clandestini; L’abolizione dell’anomalia solo italiana della concessione indiscriminata della sedicente protezione sussidiaria.

MoVimento 5 Stelle

Il programma elettorale si articola in 20 temi; il tema 15 è relativo all’immigrazione, con lo slogan “Sbarchi zero”, ed è svolto in quattro punti che però poco hanno a che fare con lo slogan. Il primo, Le vie legali di accesso, propone che le domande di protezione internazionale siano presentate alle ambasciate e consolati dei paesi di origine o di transito o alle delegazioni UE. Il secondo, Ricollocamento richiedenti asilo, riguarda la redistribuzione automatica e obbligatoria dei richiedenti asilo, con sanzioni per gli Stati inadempienti; il terzo, Le Commissioni Territoriali, ne auspica il potenziamento per ridurre ad un massimo di 6 mesi il tempo occorrente per l’esame delle domande. Il quarto riguarda la Cooperazione internazionale da orientare in una pluralità di piccoli finanziamenti per lo sviluppo dell’agricoltura, dell’artigianato, la formazione professionale.

Partito Democratico

Il PD affida le sue proposte – di natura di principio e enunciative – al documento Più forte, più giusta l’Italia, suddiviso in quattro capitoli; la questione migratoria è trattata nell’ambito del secondo capitolo Più Europa. Più politica in Europa, in una prospettiva internazionale più che sotto il profilo nazionale. Si possono dedurre dal documento tre punti cardine: il primo è che il controllo delle frontiere va delegato all’Europa con l’obbiettivo di istituire “una guardia costiera e di frontiera comune, garantendo il buon funzionamento di Schengen”; il secondo riguarda il dovere di accogliere i rifugiati politici, ma nel quadro di una revisione degli accordi di Dublino; il terzo attiene alla necessità di politiche comuni per quanto riguarda l’immigrazione economica, introducendo “quote comuni europee di migranti da accettare”;

+Europa

Il programma elettorale di +Europa contiene un punto specifico “Immigrazione” tra i 22 in cui si articola il documento. In premessa si sostiene la necessità di riforma della legge di concessione della cittadinanza sulla base dello ius culturae. Altrettanto preliminare è il “superamento della Legge Bossi-Fini”. Ciò implica, in particolare, l’introduzione di un permesso di soggiorno temporaneo per ricerca di lavoro, tramite l’azione di intermediazione pubblica e privata tra datori di lavoro e immigrati, nonché la reintroduzione dello sponsor. Si propongono inoltre forme di regolarizzazione su base individuale degli irregolari. Per quanto riguarda l’accoglienza, essa deve essere fatta esclusivamente attraverso l’adozione del modello SPRAR, irrobustito e migliorato. Devono essere rafforzati i centri per l’impiego, con servizi dedicati alla formazione dei migranti, ricorrendo ai fondi europei per il finanziamento. Infine, modifica del Trattato di Dublino: lo Stato membro competente per la domanda d’asilo va determinato tenendo conto innanzitutto delle esigenze familiari o umanitarie del richiedente asilo, nell’ambito di un sistema equo di redistribuzione.

Liberi e Uguali

Il Programma di LeU si articola in 15 capitoli; il tema migratorio è affrontato nel capitolo 9, Uguaglianza nei Diritti. Si propone l’abolizione della Bossi-Fini,

l’introduzione di un permesso di soggiorno per ricerca di lavoro, un unico sistema europeo di asilo, con la previsione di canali umanitari e missioni umanitarie; il superamento del Trattato di Dublino. Per quanto riguarda l’accoglienza, estensione e rafforzamento del modello SPRAR. Riforma dell’accesso alla cittadinanza e introduzione dello ius soli e dello ius culturae.

È possibile consultare i programmi alle seguenti pagine:

Forza Italia

Fratelli d’Italia

Lega Nord

Movimento 5 Stelle

+Europa

Partito Democratico

Liberi e uguali

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