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3 domande a Joseph Chamie

3 domande a Joseph Chamie, già direttore della Population Division delle Nazioni Unite a New York e attualmente editor della rivista International Migration Review.

D. Parliamo della popolazione italiana. Qual è il primo pensiero che le viene in mente?

R. (ci pensa un po’) E’ un’impressione di forte contrasto tra la ricchezza del passato e le incertezze del futuro: l’espressione “Italian people” evoca rispetto per una storia di cultura, arti, letteratura, e pure cucina, stile di vita e così via. Invece “Italian population” mi pare evochi un futuro incerto e pieno di sfide inedite. La bassissima fecondità, uno dei processi di invecchiamento più intensi del mondo, nonché una posizione geografica molto esposta ai flussi migratori provenienti da Sud del Mondo rendono molto difficile il cammino futuro dell’Italia. Come per Cristoforo Colombo, con la differenza che lui un’idea di dove andare ce l’aveva, mentre non sembra che l’Italia di oggi ne abbia una chiara e condivisa.

 

D. A suo avviso, quali lezioni si possono trarre dall’osservazione delle attuali tendenze demografiche italiane?

R. Non è facile prevedere il futuro, nemmeno per i demografi. E’ tuttavia possibile che l’Italia – assieme a pochi altri paesi europei e al Giappone – stia tracciando un sentiero destinato a essere seguito, nel corso del 21° secolo, da molti altri paesi. Forse dall’intera umanità. Le attuali difficoltà italiane, ad esempio la difficoltà di realizzare una incisiva riforma delle pensioni, possono essere una lezione utile per coloro che seguiranno.

 

D. C’è qualcosa che vuol dire ai demografi italiani?

R. Broad! Expand! Allargate il perimetro dei vostri interlocutori e dei vostri interessi. Sforzatevi di parlare alla business community, agli insegnanti delle scuole, ai funzionari pubblici, ai media. Evitate i discorsi autoreferenziali, i tecnicismi incomprensibili; soprattutto evitate di essere percepiti come dei contabili privi di personalità: in fondo, le cose di cui vi occupate sono straordinarie, e interessano tutti.
(da una chiacchierata del 2 ottobre 2007).

 

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